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I miei libri

Presentato al Salone Internazionale del Libro il 14 Maggio 2016 ore 18.

Editrice Sillabe di Sale, 2016, pag. 114

Potrei citarvi decine e decine di versi, ma non lo faccio.
Chi legge trarrà dalle parole di Antonio quello che è suo, lo farà proprio. Questa è la potenza della poesia, che non ha traccia, trama, racconto, inizio o fine. Arriva dritta al suo scopo.
Antonio raggiunge il cuore dei suoi lettori con tutti i suoi registri umani: dolce, tenero, cinico, disincantato, incazzato, quasi profetico. Con la profonda capacità di prendere su di sé il dolore e, in qualche modo, esorcizzarlo, giustificarlo quasi.
Rendendolo umano, profondamente umano.
Ha chiavi di scrittura mai banali, ritmi diversi e, soprattutto, il benedetto dono proprio dei grandi poeti: l’ironia profonda su sé stesso, su quello che lo circonda.
Ha un linguaggio suo, preciso, definito. Riconoscibile e identificabile. Pochi poeti ci riescono, nella misura in cui Antonio vi è giunto in anni “sudati” sulle parole.
Dopo aver letto queste poesie, in qualche modo ci si trova diversi. Il mondo non diventa più qualcosa da cui difendersi, per chiudersi in spazi di solitudine, di distacco, di indifferenza. 
(L' editore di Sillabe di Sale: Piero Partiti)

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Per Antonio Ciminiera la poesia è un letto di domande in cui restare sempre vigili.

In ogni verso di questa raccolta, il poeta rivolge un invito al dialogo fuori dalla retorica dei luoghi comuni.

Poesia come ricerca di una lingua nuova al cui centro ci deve sempre essere l’uomo e il suo bisogno irrinunciabile di amore e libertà.

Non possiamo pretendere niente di più da un poeta che ha scelto di abbracciare la parola nella sua schiettezza nuda di arrivare al cuore dell’altro. (Nicola Vacca)

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E come potrebbe la Poesia salvarci negandoci l’accesso alle parole? Un Poeta che non ha come sua guida la Poesia potrebbe solo perdersi, com'è più volte nella storia avvenuto. Questo ma proprio questo Poeta, dico, può ben fare a meno dei clamori, delle trombe, siano esse angeliche o meno, della gloria, mondana o divina che sia, né serve che per lui venga fermato il sole. Ma egli non può rinunciare ad abitare l’anima (pur muta) della Poesia. Entro quell'anima non si perderebbe, pur essendo «nomade nel labirinto di ogni ragione» o, come la moglie di Lot, statua di sale, di fronte all'adirata vendetta della divinità sui suoi perversi figli. Ed è proprio a questo punto che si mostra ancora una volta, nel far poesia di Antonio Ciminiera, l’estremo coraggio, la costante disponibilità alla lotta, anche quella che può apparire la più oscura, aspra e solitaria, la più difficile e povera di speranze.

(Antonino Caponnetto)

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L’amore assurdo, certo, perché ogni amore è in fin dei conti illogico, tanto contorto e inspiegabile ogni suo nascere e morire. Tra le pieghe trovo però le tracce di una stagione da cui tutto l’enigma amoroso discende, in cui ogni amore è invece per natura semplice e definitivo, ma proprio per questo, ancor più fragile e corruttibile.

(Guido Chiesa, Regista Cinematografico, sceneggiatore, scrittore)

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Con La stagione dell’amore assurdo Antonio Ciminiera ci accoglie con ecumenico abbraccio e ci conduce in un clandestino segreto a dedicare l’amor proprio del singolo lettore alla distensione del corpo grazie ai suoi versi. (Salvatore Contessini)

Editrice La Vita Felice Milano, 2014, pag.112

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Densa di immagini corrusche, dardeggiate di luce e di risvolti umbratili , la poesia di Antonio Ciminiera [...] è una specie di simbiosi panica fra l'uomo e lo spazio che lo circonda [....]

Voci vicine e lontane, presenze arcaiche o evocate, afrori e sapori di un mondo agreste che Ciminiera coltiva e vivifica con immagini scarne ma precise, perentorie ma esaurienti, brusche ma efficacemente inconfutabili sono gli ingredieti di questi versi dove l'estate, nella sua denudata, prorompente forza vitale, fa da scenografia ai richiami e ai rimandi di un'anima che porta con se le connotazioni di una mediterraneità vibrante e implacata [...] una poesia che denota personalità, consapevolezza e coraggio.

(Giuseppe Nasillo, critico letterario)

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Le liriche di Antonio Ciminiera, martoriate da ricordi pungenti, spesso pare rifiutino ogni alternativa logica ma solo per offrirci espressioni più immediate, più sanguinanti, più totali. (Carlo Simonelli, critico letterario)

                                                                             

Editrice Pentarco Torino, 1985, pag. 54

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Una "schiuma bianca" investe l'onda struggente dei ricordi e copre, struggente, lamenti e sguardi indiscreti. Cosichè Antonio Ciminiera solleva "altari d'ombra" e simpatiche "criniere di fumo" quasi a voler nascondere il gemito d'amore e l'onda di una voce vellutata, trasparente, vivace. Votato alla comunicazione persuasiva, il ragionamento poetico si riflette su un io palpabilissimo che condensa sia la natura, sia l'artificio di un'esigenza narrativa.

Cambiando a volte il tratto caratteriale, all'orizzonte si profila una geometria calda di sensazioni. Forse un movimento a catena che, alla fine, costruisce una zattera che corre "verso l'ignoto" che è in ognuno di noi  e  al di fuori di noi.

(Fulvio Castellani, giornalista e critico letterario).

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Questo volume antologico (curato dal nostro autore e collaboratore Fulvio Castellani), è il risultato di una selezione attenta e scrupolosa delle nuove proposte poetiche di autori italiani, che s'inseriscono pienamente nel programma di pubblicazione di poesie che le Edizioni Bresciane con le sue Collane Nuova Diagnosi e Quaderni, da alcuni anni suggeriscono ai lettori, attraverso la critica più qualificata, i quotidiani e le riviste di cultura italiane ed estere.

Un libro che raccoglie alcuni autori che hanno già un loro nome nel panorama culturale odierno, certamente tra i migliori poeti di questi ultimi anni.

(L'Editore)

Edizioni Bresciane, 1987, pag. 304

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