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Poesie

 

Il poeta non dorme mai, in compenso muore spesso.

                                (Alda Merini)

hai lasciato sulle lenzuola un profumo di ritorno imminente
eppure ci siamo detti addio anche questa volta come ogni volta:
sei tu che parti,
lo stesso identico treno, il tuo zainetto azzurro con dentro la mia ultima poesia,
un sorriso rubato all’incoscienza.
Ci siamo detti addio per colpa di un orizzonte inclinato
per colpa di un passato nel quale tu non c’eri
per non lasciarci mai, per farci male con dolcezza
per quattro sogni messi in croce, per la tua strada in salita
per la mia vita
che ormai non vale più di una carezza
.
Antonio Ciminiera
(inedita)

Ghazza (Gaza)

è una finzione Ahmad, 
viviamo tutti al di là dello sguardo
a mezz'aria fra il principio e la fine
e non lievita il cuore,
avessimo almeno lo stesso sangue
un’anima in due,
le braccia l’una nell'altra a formare un oceano
ma è una beffa il registro del cielo
e cosa rimarrà di noi se non la distanza,
un pugnale sporco di ambigue parole
come a volerci convertire di morte.

 

Dal libro: Tutto esaurito ma io non mollo

Sillabe di sale Editore

 

“Le mosche della letteratura, grugniscono”

 

come faranno le mosche

a volare più in alto dei falchi,

quelle mosche puttane

ferme su ogni pietanza.

Eppure le ho viste incoronate d’alloro

nei Premi più ambiti,

la coccarda rosa sul petto

navigare interdette

fra moine e lacchè,

il capello biondo

la mano ammosciata

la faccia disfatta

quattro peli sul mento.

Come faranno le mosche mi chiedo

ad arrivare lontano,

non sono bianche, e che cazzo!

Un tatuaggio ogni tanto

l’orecchino di perla sì, quello fa figo.

Hanno la faccia pulita

incipriata, le ciglia tirate

e lo danno via per poco

anzi lo danno per tanto.

Grugniscono come maiali  le mosche

e scrivono a stento

ma trovano sempre,

chissà come fanno,

la scala più corta

la porta più grande.

 

Dal libro: Tutto esaurito ma io non mollo

Sillabe di sale Editore

ti amo,
è questo che non sai dirmi?
Le luci sul lungomare aspettano ogni notte
d’infrangersi nell’alba,
il tempo di un sogno e poi svanisce l’idea
di un’ eternità improbabile,
ma cosa sarebbe la notte senza
la carità di un lampione
la mano tesa delle ore.
Ti amo,
è questo che non sai dirmi?
Eppure i tuoi occhi illuminarono il mio silenzio
prima d’infrangersi nell’alba
come le luci dei lampioni,
come il sogno di un’improbabile eternità
.
Antonio Ciminiera
(inedita)

 

***

"Voluttà"

 

Il cielo non ha melograni

e le ombre si accasciano al suolo

ma tu dammi le tue labbra

amore

quel bacio di muta ciliegia

Le tue labbra, le tue labbra amore

socchiuse e mature di brina

scosse da una voglia remota di baci

sanguigne e carnose come il dolore

Le tue labbra amore

atolli di rose battuti da mille uragani

colpevoli come il silenzio

innocenti come un addio...

Le tue labbra, le tue labbra amore

che muoio

 

Dal libro: La stagione dell'amore assurdo

La vita felice Milano

 

 

 

 

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